L’export della moda Made in Italy vola segnando un +3,5% nei primi mesi del 2019, per un totale di circa 63,4 miliardi di euro tra abbigliamento, accessori e calzature. Numeri decisamente interessati per aziende italiane che producono capi di abbigliamento, interessate ad aprirsi a mercati esteri per avviare un processo di internazionalizzazione. In particolare si contano circa 82 mila imprese italiane attive nel settore, di cui il 25% in ambito pelletteria, il 56% in ambito abbigliamento e il 19% in ambito tessile. L’industria della moda, con 500 mila occupati, è il secondo settore manifatturiero in Italia dopo le attività metallurgiche. 

Settore tessile

Il settore tessile ha generato un fatturato di più di 51 miliardi di euro dal commercio con l’estero lo scorso anno, avendo un ruolo primario nell’intera filiera produttiva dell’abbigliamento. Il tessile infatti incide per il 26,7% sulla produzione della moda Italiana e per il 20% sulla export del tessile-abbigliamento. Le imprese tessili maggiormente attive in Italia sono impegnate nella fabbricazione di tessuti confezionati (32,5%) e nella finitura di tessuti (14,9%). 

L’innovazione e la ricerca spingono il tessile made in Italy all’estero, grazie spesso ad aziende di piccole-medie dimensioni che lavorano in modo sinergico per rimanere competitive e produrre tessuti di qualità, molto apprezzati oltre confine, soprattutto in Repubblica Ceca, Polonia e Germania. Tra i punti di forza del settore tessile troviamo sempre più attenzione alla sostenibilità, un tema decisivo, molto a cuore anche all’estero. La filiera italiana è rinomata oltre confine per avere il merito di impegnarsi nella riduzione dell’impatto ambientale e nell’introduzione di nuovi metodi di lavorazione meno inquinanti. 

Abbigliamento

Anche per l’abbigliamento, come il settore tessile, vanta fra i suoi punti di forza, l’attenzione sempre più marcata alla sostenibilità: un tema decisivo per la moda in generale. A esportare i propri capi di abbigliamento all’estero non sono solo i grandi marchi, infatti, la migliore performance risulta essere la calzetteria (+4,4%), la maglieria (+3,5%) e l’abbigliamento confezionato (+2,6%). 

Ad apprezzare maggiormente l’abbigliamento italiano ci sono i francesi, seguiti dalla Germania per l’acquisto di tessuti e camicie e dalla Svizzera per borse e pelletteria Made in Italy. Tra i vari settori dell’abbigliamento, quello maggiormente esportato è il comparto maschile, seguito a ruota dalla moda per bambini. Le aree maggiormente interessate al comparto di abbigliamento per bambini sono: 

UK +16,1%;

USA +29,4%,

Francia +14,7%;

UAE (Emirati Arabi Uniti) +4%

Come vendere abbigliamento all’estero?

I dati legati all’export di capi di abbigliamento, accessori e calzature italiane parlano chiaro: la moda italiana è molto apprezzata oltre confine e non solo in Europa. Nasce spontaneo quindi, il desiderio di avviare un processo di internazionalizzazione come crescita aziendale ed economica. L’export può portare alle imprese italiane risorse davvero ingenti, ma vediamo insieme come procedere e quali errori evitare. 

In primo luogo è necessario valutare attentamente il mercato estero in cui si intende proporre il proprio manufatto. La scelta non è facile e per farla è importante considerare alcuni fattori, sia geografici che istituzionali che possono determinare il successo o la disfatta del progetto. Se si decide infatti di esportare i propri prodotti in paesi extra EU, si dovrà tenere conto della lontananza e quindi dell’incidenza del costo di trasporto, così come della presenza di dazi doganali o limitazioni.

Una volta scelto il mercato target, si dovrà passare alla ricerca di importatori o distributori interessati ad acquistare il proprio prodotto per distribuirlo sul mercato locale. Per farlo, sarà necessario promuovere ciò che si produce attraverso un piano marketing ben strutturato che valorizzi i propri punti di forza, campagne promozionali e social network. Le campagne marketing dovranno essere destinate al giusto pubblico, interessato al prodotto specifico, altrimenti sarà solamente una perdita di tempo. 

Una volta identificato l’importatore interessato, si procederà con una trattativa commerciale per la vendita dei propri prodotti. Per farlo, sarà necessario valutare anche un altro aspetto molto importante: la concorrenza. Non si potrà infatti, iniziare una trattativa commerciale senza prima sapere se un prodotto simile o uguale al proprio è già presente sul mercato estero ed eventualmente a che prezzo. 

Conclusa la trattativa commerciale, si dovrà procedere con la spedizione della merce e con un adeguato support post-vendita. Il processo di internazionalizzazione d’impresa è un grande valore aggiunto per l’azienda italiana, ma richiede anche tanto tempo ed energie. Per questo motivo, affidarsi a professionisti è la scelta migliore. Un’agenzia specializzata come SOS Export sarà in grado di supportare l’azienda italiana in ogni fase del processo, grazie alle competenze acquisite nel tempo, all’esperienza maturata negli anni e alle conoscenze linguistiche, burocratiche e legislative estere. Commettere errori infatti, in un simile processo può portare alla perdita di ingenti risorse aziendali.

Se sei curioso di sapere che potenzialità può avere la tua azienda all’estero, contattaci subito. I nostri esperti procederanno con un’attenta analisi di mercato, garantendoti dati certi.