Grazie alla libera circolazione delle merci, la maggior parte dei prodotti può circolare liberamente all’interno dell’Unione Europea, senza costi supplementari o restrizioni. Solamente i prodotti soggetti ad accisa e i prodotti chimici sono soggetti ad ulteriori norme.  Ma cosa succede invece se la nostra azienda decide di vendere i propri prodotti in un mercato extra europeo? Vediamolo insieme.

Cosa sono i dazi doganali?

I dazi doganali sono letteralmente “delle imposte indirette applicate sul valore di tutti i prodotti importati ed esportati dal Paese che li impone” e vengono richiesti per spedizioni dirette a Stati che non fanno parte dell’Unione Europea. In altre parole sono una sorta di “protezione” dell’economia locale e rappresentano un’entrata monetaria per il Paese. I dazi doganali non sono fissi e non sono validi per tutte le merci, ma vengono decisi dal governo locale che li applica in base alla propria politica di importazione. Di norma i dazi doganali vengono addebitati al destinatario della spedizione prima della consegna. Il dazio varia a seconda del bene esportato ed è calcolato in base al valore dichiarato nella fattura proforma per la dogana. 

Come vengono calcolati i dazi doganali?

In Italia, l’organo che controlla le merci in entrata e in uscita è la dogana, la quale grazie al sistema di codici Taric identifica e verifica la documentazione relativa ad un oggetto che passerà attraverso le dogane. Il codice Taric è il mezzo da cui dipende se una spedizione avrà il via libera o sarà bloccata, in quanto contiene disposizioni, obblighi e fiscalità di una merce, definendo il dazio doganale che si dovrà far pagare sul prodotto inviato. Il codice Taric, attraverso una percentuale, definisce il costo del dazio doganale legandolo al costo e alla tipologia di merce, non tenendo però conto delle imposte nazionali, come l’IVA che andranno poi sommate. 

La dogana assicura così il corretto transito delle merci e per non avere sanzioni o non incorrere in fastidiosi blocchi delle spedizioni sarà necessario informarsi sulle restrizioni all’esportazione con il paese di destinazione, conoscere e compilare correttamente la documentazione per spedire la merce e calcolare correttamente i dazi doganali e le eventuali aliquote da applicare. Avvalersi di una persona competente e qualificata, come un export manager, in questa fase risulta fondamentale. La mancanza della giusta documentazione o l’errata compilazione infatti possono vedere andare in fumo un accordo commerciale e rappresentare una grande perdita economica per l’azienda italiana esportatrice. 

Cina: quali sono i dazi doganali? 

Un numero sempre più crescente di consumatori cinesi è fortemente attratto dalla cultura e dallo stile di vita occidentale. In particolari, giovani benestanti, non badano a spese ed esigono il massimo della qualità. Inoltre, grazie alla democratizzazione del paese, vendere prodotti esteri è diventato più facile e la domanda è notevolmente aumentata. Il settore agroalimentare è il più redditizio: nonostante i tentativi di imitazione, il made in Italy rimane un’eccellenza per quanto riguarda il cibo. Si parla di un giro di affari di circa 45 milioni di euro l’anno. Fra i prodotti alimentari maggiormente esportati in Cina troviamo il cioccolato, la pasta, il caffè, l’olio d’oliva e il formaggio. 

Non solo cibo però, i marchi d’alta moda, così come la gioielleria e i metalli preziosi, oltre alle automobili e agli accessori d’abbigliamento sono molto richiesti nelle terre d’Oriente. I dazi doganali quando si decide di esportare in Cina, sono una delle spese più importanti di cui tenere conto e una delle fonti di maggiore guadagno del governo cinese. Le figure soggette ai dazi doganali in Cina sono l’importatore, l’esportatore e il proprietario dei bene su territorio cinese. Le categorie tariffarie applicate inoltre sono numerose e regolate da accordi internazionali con il paese di provenienza della merce. Per esportare in Cina nel rispetto delle norme internazionali è dunque necessario fare un’analisi di mercato preliminare, pianificare una strategia di export su misura per il proprio prodotto, trovare i giusti clienti, scegliere la zona in cui esportare, preparare tutti i documenti necessari e calcolare attentamente dazi, tasse e iva. 

Pertanto, un’azienda italiana che decide di aprirsi ad un mercato così proficuo può imbattersi in numerosi ostacoli senza le giuste conoscenze. Avere al proprio fianco un export manager che sappia superare le differenze linguistiche e culturali e abbiamo buona padronanza della burocrazia e delle licenze necessarie è indispensabile per il successo del processo di internazionalizzazione. 

USA: calcolo dei dazi doganali

Il Presidente Trump ha fatto molto parlare di sé per la possibilità di aumentare i dazi di importazione dall’Italia agli Stati Uniti. In realtà, l’obbiettivo della nuova amministrazione è di riequilibrare la bilancia commerciale con la Cina ed evitare nuovi trasferimenti di attività produttive in paesi come il Messico. Non esiste in verità alcun progetto per aumentare i dazi Usa delle merci importate dall’Italia all’America: i dazi imposti alla Vespa Piaggio facevano parte di un pacchetto approvato dal WTO per la mancata apertura del mercato europeo alle carni americane già decisa dall’amministrazione Obama, mentre i dazi punitivi imposti sull’acciaio per due aziende produttrici italiane sono stati applicati per la violazione di accordi sugli eventi di Stato.

La maggior parte delle merci da importare in America è di fatto a dazio zero. I dazi tuttavia, come già visto, variano in base alla categoria merceologica. Alcune categorie merceologiche richiedono particolare attenzione in fase di sdoganamento, come ad esempio le calzature. Infatti, calzature, filati, tessuti e abbigliamento hanno dazi elevati, mentre i prodotti industriali hanno dazi generalmente bassi o nulli. Infine, i prodotti italiani hanno dazi dal 5% al 10% circa.

Per calcolare i dazi doganali per gli Stati Uniti, in primo luogo dobbiamo classificare la merce che vogliano vendere. Le tariffe doganali si dividono in tre tipologie: ad valorem, quando il calcolo viene fatto sulla base del valore complessivo in fattura, speciali quando il calcolo viene fatto sul peso o sulle qualità del prodotto da far entrare nel Paese e miste quando il calcolo viene fatto in parte ad valorem e in parte secondo i dazi speciali. Ai dazi sopra citati a volte vanno aggiunti i dazi antidumping, che prevengono la vendita all’estero ad un prezzo inferiore rispetto al paese di origine o i dazi compensativi. 

Un export manager che sappia muoversi con dimestichezza nelle pratiche di sdoganamento è fondamentale. Infatti, calcolare correttamente il dazio è un elemento molto importante per determinare il prezzo sdoganato Stati Uniti (price landed USA). 

Contattaci subito per avere maggiori informazioni sui dazi per esportare prodotti negli Stati Uniti, in Cina e in altri paesi extra EU. Per tutte le esigenze legate alle pratiche doganali, i nostri esperti saranno a tua disposizione.