La pasta è l’alimento più amato e presente sulle nostre tavole, sintesi perfetta tra salute e gusto. Non solo gli italiani la amano però, infatti, la passione per l’Italian food nel mondo sta crescendo sempre di più e la pasta è il principale prodotto italiano che da anni tiene alta la bandiera del Made in Italy all’estero. Per darvi un’idea in termini pratici, ad oggi, sono quasi 200 i paesi destinatari della nostra pasta – 1 piatto su 4 di pasta nel mondo è italiano per un valore di oltre 1 miliardo di piatti in Europa. 

Dove esportare pasta italiana?

Il primo sbocco per l’export della pasta italiana è da sempre la Germania, in cui i numeri dell’esportazione sono triplicati in 25 anni. Molto più di patate e tradizionali Schnitzel, i tedeschi amano la pasta, mangiandone circa 700mila tonnellate, di cui la metà italiana, declinata in molti piatti diversi: dai classici spaghetti al ragù, al pasta-kebab, a quella proposta come contorno a piatti di carne e pesce, per chiudere infine con un originale dessert di pasta e marmellata. La Germania, inoltre, che sconta picchi di sedentarietà e obesità in tutte le fasce d’età, sta modificando i propri gusti alimentari a favore di una dieta più mediterranea: oltre al gusto, il principale fattore di acquisto del cibo è la salute, accanto all’attenzione ad alimenti di facile e veloce preparazione. Tutti elementi a favore della pasta. 

Al secondo posto in termini di volumi troviamo i nostri cugini francesi: in Francia il consumo di pasta è raddoppiato negli ultimi 40 anni e 1 piatto su 2 è italiano. Sempre più a favore di un’alimentazione attenta a sprechi e ambiente, i francesi sono per il secondo anno consecutivo al primo posto nel Food Sustainability Index, sviluppato dall’Economist Intelligence Unit che analizza la sostenibilità del sistema alimentare di 34 Paesi. I dati fanno emergere inoltre che il consumo di spaghetti è raddoppiato rispetto a 25 anni fa fino a toccare gli 8kg procapite, a discapito di quello proteico, in costante calo: 1/3 delle famiglie francesi ha sensibilmente ridotto il consumo di proteine animali. 

Per 3 inglesi su 10, è italiana la cucina preferita: il Regno Unito negli ultimi due anni ha segnato il record assoluto per l’export di pasta italiana. In realtà, gli inglesi non mangiano molta pasta (circa 3,5kg pro capite), ma almeno un piatto di pasta a settimana è un rito ormai consolidato. Più in generale, i sudditi di Sua Maestà, stanno progressivamente abbandonando la loro alimentazione tradizionale a favore di cibi più mediterranei: in tavola ci sono sempre meno carne, pane, fagioli e patate e più frutta e verdura e nel bicchiere, accanto alla birra c’è sempre più vino, mentre il consumo di caffè è in forte rimonta sul classico tè. Il piatto italiano di pasta preferito dagli inglesi sono gli spaghetti al ragù di carne, ma negli ultimi anni si sta affermando molto anche la passione per il pesto, che gli inglesi acquistano già pronto a una media di 40 vasetti al minuto!

L’Europa non è ovviamente l’unica destinazione della pasta italiana: crescono infatti a doppia cifra i dati di export della pasta negli USA, primo sbocco extraeuropeo, seguiti dal Giappone. In crescita a ritmi interessanti anche le esportazioni in Cina, Emirati Arabi Uniti, Sudafrica ed Europa dell’est, mentre si attestano come mercati strategici più dinamici il Venezuela, la Libia, l’Etiopia e l’Angola.

Perché la pasta italiana é tanto amata? 

Simbolo della dieta mediterranea, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, la pasta è frutto delle migliori competenze e della passione dei pastai italiani. La semplicità degli ingredienti utilizzati nella produzione della pasta secca sono la chiave del successo: solo una miscela dei migliori grani duri al mondo e acqua. La pasta secca italiana è l’unica al mondo che secondo la normativa della Legge di Purezza (legge 580/67) deve essere fatta solo di grano duro: i suoi chicchi hanno struttura vitrea e non farinosa e dalla loro macinazione si ottiene la semola dal caratteristico colore giallo ambrato; mischiata con acqua dà vita a un impasto tenace, perfetto per sostenere l’architettura della pasta. 

Per la pasta italiana il quantitativo minimo di proteine è di almeno il 10,50%, ma per rispondere a un consumatore dal gusto più evoluto di 50 anni fa, ormai le aziende italiane producono pasta con un livello proteico medio di almeno il 12-13%. L’immensa ricchezza del nostro patrimonio pastaio è rappresentata dagli oltre 300 tipi di pasta prodotti in Italia (corta o lunga, liscia o rigata) che coniugano tradizione e creatività. Ogni varietà ovviamente ha caratteristiche specifiche: spaghetti, penne, fusilli e rigatoni hanno un diverso comportamento in cottura, diverso sapore e palabilità. 

Come esportare pasta italiana? 

Se i dati sull’export della pasta italiana vi hanno incuriosito e vi piacerebbe portare il vostro prodotto oltre confine, SosExport è il partner ideale per la vostra azienda. Un team di esperti professionisti vi accompagnerà passo dopo passo nella conquista di nuovi mercati: il primo step sarà eseguire un’accurata analisi di mercato per selezionare le destinazioni più appetibili per il vostro prodotto. Si passerà poi alla ricerca di importatori/distributori interessati alla distribuzione in loco, per concludere con una trattativa commerciale finalizzata alla conclusione dell’ordine. Il team di SosExport potrà inoltre fornirvi supporto logistico e burocratico per le pratiche necessarie all’esportazione, oltre a professionisti con una perfetta conoscenza delle lingue straniere e dalle spiccate doti comunicative. 

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