Il 2019 è stato un anno brillante per l’export di formaggi italiani: un vero e proprio boom in Giappone, Stati Uniti e Indonesia. Nel primo trimestre, l’export caseario nazionale è cresciuto del +12,2% in valore e del +8,3% in volume: le imprese italiane hanno venduto all’estero 102.045 tonnellate di formaggio per un valore di quasi 698 milioni di euro. Fra tutti i formaggi, il Parmigiano Reggiano si conferma il primo prodotto Dop più influente al mondo nel campo del food.

Il re dei formaggi

Il Parmigiano Reggiano è un formaggio 100% naturale composto da acqua per il 30% e da sostanze nutritive per il 70%. Come conseguenza naturale del tipico procedimento per ottenere il Parmigiano Reggiano, il formaggio è privo di lattosio. Ogni singola forma viene controllata e contrassegnata con il marchio d’origine che riporta un codice di tracciabilità univoco alfanumerico da cui è possibile risalire al giorno in cui la forma è nata e in quale caseificio.

A differenza del Grana Padano, la zona di produzione del Parmigiano Reggiano è circoscritta solamente alle provincie di Parma, Reggio Emilia, Modena e parte della provincia di Mantova e Bologna. Il Parmigiano inoltre non contiene additivi: nel disciplinare di produzione sono vietati anche quelli di origine animale. I foraggi per le mucche utilizzate per la produzione del latte destinato al consorzio sono esclusivamente fieni ed erba, senza l’uso di foraggi insilati o fermentati.

La stagionatura minima del Parmigiano Reggiano è di 12 mesi, ma può raggiungere lunghe stagionature (24, 30 mesi e oltre, senza limiti). Inoltre, nei caseifici si utilizza solamente il siero innesto naturale come state batterico per il rafforzamento del processo microbiologico. Parlando di numeri, nel 2019 sono state prodotte 3.754.192 forme di Parmigiano reggiano in 321 caseifici.

Dove esportare Parmigiano Reggiano?

Il giro d’affari del Parmigiano Reggiano pari a circa 2,2 miliari di euro per la denominazione di origine protetta, si proietta sempre più verso l’estero. L’Italia rappresenta il 62% del mercato, contro una quota export del 38%.

La Francia è il primo mercato (9.800 tonnellate), seguita da Germania (9.460 tonnellate), Stati Uniti (9.075 tonnellate), Regno Unito (6.163 tonnellate) e Canada (2.380 tonnellate). Oltre ad aver messo in campo azioni di riposizionamento della marca, rafforzando la comunicazione con l’obiettivo di far percepire al consumatore i plus che rendono il Parmigiano Reggiano DOP un formaggio unico al mondo, il consorzio ha incrementato gli investimenti all’estero sia in ambito marketing che relazioni pubbliche, creando un network di uffici stampa presenti nei principali mercati di riferimento.

Il Made in Italy agroalimentare, tuttavia, trova nell’imitazione del Parmigiano Reggiano il competitor più agguerrito: in Oriente, Sud America e nell’est Europa, il deposito di marchi evocativi e denominazioni che ricordano o si rifanno ingannevolmente al Parmigiano Reggiano sono frequentemente reperibili. Il Parmesan è infatti molto popolare dagli Stati Uniti all’Australia, dal Sudafrica alla Russia, il Parmesano in Uruguay, così come il Reggianito in Argentina o il Parmesao in Brasile, fino al più fantasioso Grana Pampeana.

Come vendere Parmigiano Reggiano all’estero?

Come abbiamo già visto, il Parmigiano Reggiano è una grande risorsa del Made in Italy apprezzata sia su territorio nazionale che su scala internazionale. Le PMI che producono questo formaggio tanto amato possono godere della grande opportunità di venderlo all’estero, ma come?

Ampliare i propri confini verso mercati esteri è una grande opportunità di crescita sia aziendale che economica, ma solamente se fatto nel modo giusto. Decidere di esportare non avendo una strategia ben pianificata e improvvisandosi export manager non darà certamente buoni frutti. Perché?
Vedere i propri prodotti venduti e apprezzati all’estero fa certamente piacere, ma il processo di internazionalizzazione necessita di essere pianificato, realizzato e seguito segno per segno con grande attenzione e competenza. Ad esempio, sarà necessario eseguire un’attenta analisi di mercato da cui ideare una strategia commerciale per iniziare le vendite. Non è necessario infatti preoccuparsi solamente di scegliere il paese estero in cui si intende vendere, ma anche di saper comunicare correttamente in lingua per evitare qualsiasi fraintendimento in fase di trattativa, così come di conoscere le leggi locali che regolano l’importazione, eventuali dazi doganali, i costi del trasporto.

Le informazioni da raccogliere prima di cercare distributori o importatori interessati ad acquistare il prodotto sono molte e di grande importanza perché costituiscono la base del processo di internazionalizzazione. Ovviamente poi, la trattativa commerciale, dovrà essere portata avanti da una persona competente e con ottime doti comunicative, che sia in grado di valorizzare i punti di forza del Parmigiano e sappia trasmettere il giusto messaggio. Da parte del produttore dovrà esserci l’accortezza di preparare tutto ciò che concerne documenti, etichette e packaging.

Alla fine della trattativa, il venditore dovrà essere in grado anche di fornire al cliente un servizio di trasporto se richiesto, così come un valido customer service a cui il distributore o importatore possa rivolgersi in caso di problematiche o richieste. Ecco perché, quindi, affidarsi ad un’agenzia specializzata è un metodo sicuro e di successo per il proprio processo di internazionalizzazione aziendale. SosExport dispone di personale qualificato ed esperto pronto ad accogliere le vostre richieste e ad eseguire un’analisi aziendale e di mercato per avviare la vendita del vostro Parmigiano oltre confine.

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