Prodotto con pochi, ma eccezionali ingredienti (latte, sale, caglio e lisozima), il Grana Padano è indubbiamente fra i formaggi più esportati al mondo. Prodotto con latte crudo di vacca proveniente esclusivamente dalle zone di produzione definite dal Disciplinare, nel 2019 le esportazioni hanno superato il record del 2018 con oltre il 40% della produzione spedita oltre confine.
Il Grana Padano
Oltre a latte parzialmente decremato mediante affioramento naturale, il Grana Padano viene prodotto con caglio estratto dallo stomaco di vitello: l’aggiunta del caglio è preceduta dall’aggiunta di siero innesto naturale ottenuto dalla fermentazione del siero residuo della lavorazione del giorno precedente. Dopo 36 ore di permanenza nella fascera, le forme di Grana Padano vendono immerse in una soluzione di acqua e sale, dove restano da un minimo di 14 giorni ad un massimo di 30. Oltre ad insaporire la pasta, il sale elimina il siero residuo e forma la crosta. Infine, per controllare gli effetti dello sviluppo di fermentazioni indesiderate viene aggiunto al latte, prima del caglio, il lisozima, una proteina naturalmente presente in elevata quantità.
Naturalmente privo di lattosio, il Grana Padano è un alimento funzionale ricco di molecole con proprietà benefiche e protettive fondamentali per l’organismo umano. Apporta una grande quantità di nutrienti essenziali per la salute, difficilmente riscontrabili in altri alimenti a parità di calorie, tutti in grado di essere assimilati dall’organismo ed adempiere alle loro funzioni. Nelle giuste quantità e all’interno di un’equilibrata e varia alimentazione, può essere inserito nella dieta di grandi e piccini, oltre ad essere molto utile in alcune fasi della vita come la gravidanza e l’allattamento, nell’adolescenza, nella menopausa, in età senile ed anche in chi accusa intolleranza al lattosio.
Grazie alla sua varietà di stagionatura, il Grana Padano può essere utilizzato liberamente in cucina, non solo come formaggio grattugiato, ma anche in tante altre forme e tagli per arricchire secondi piatti, così come apertivi, antipasti, torte salate e dolci. Per conservarlo al meglio, è consigliabile avvolgere il Grana Padano, in modo che non si asciughi, in un telo di canapa o di cotone umido, pulito e inodore, oppure più semplicemente in una pellicola trasparente. Per gustarlo al meglio, si consiglia di tirarlo fuori dal frigorifero un’ora prima, di scartarlo e lasciarlo respirare per esprime tutta la sua fragranza e gusto.
Il formaggio DOP più esportato del mondo
Il 2019 si è concluso con un progresso dell’export del 4,38% per un corrispettivo di 2.051.125 forme totali. Il direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano, Stefano Berni ha sottolineato « il nuovo traguardo raggiunto. Le spedizioni all’estero hanno oltrepassato il 40% della produzione tutelata». Al primo posto fra i paesi che acquistano maggiormente Grana Padano DOP troviamo la Germania con una crescita di quasi il 5%, pari a 500 mila forme, al secondo post la Francia con oltre 230 mila forme e un incremento del 4,5% e infine gli USA, con quasi 168 mila forme l’anno, il 9% in più rispetto al 2018. Il Regno Unito è arrivato ad oltre 132 mila forme con un incremento superiore al 5%, poi ha seguito la Svizzera con 124mila forme, quasi lo stesso quantitativo previsto per la Spagna. In sofferenza il Canada che ha perso il 15% delle spedizioni in relazione al meccanismo, da rivedere, dell’accordo Ceta.
Come vendere Grana Padano all’estero?
Il mercato estero può offrire tante opportunità di crescita economica alle aziende italiane, anche alle PMI. Vendere all’estero richiede molte competenze, sia interne che esterne all’azienda, in merito alle diverse regolamentazioni nazionali ad esempio. Il primo passo da compiere è decidere in quali paesi si intende esportare il proprio prodotto e per farlo è fondamentale prestare attenzione alla negoziazione degli accordi contrattuali, alla conformità del prodotto alle normative vigenti nel paese estero e alle procedure necessarie all’importazione: per questo eseguire un’attenta analisi di mercato è fondamentale.
Una volta delineata la situazione generale, si potrà passare alla ricerca effettiva di possibili importatori. A questa fase sarà necessario dedicare un bel pò di tempo ed energie. Non basterà infatti avere dei nomi, ma sarà necessario creare un database di potenziali clienti effettivamente interessati al prodotto. Per farlo, il formaggio in questione dovrà essere pubblicizzato e sponsorizzato attraverso specifici canali, anche social, per suscitare interesse e curiosità che spingano il distributore/importatore ad un contatto con la nostra azienda.
Una volta innescato l’interesse nell’importatore estero, sarà necessario iniziare una trattava economica finalizzata alla conclusione di un ordine. In questa fase potrebbe essere necessario incontrare personalmente il referente estero, tenendo conto ovviamente dell’ostacolo della lingua. Le incomprensioni possono nascere in un attimo e in un attimo un contratto può andare in fumo. È indispensabile quindi affidarsi ad una persona che sappia con grande dimestichezza la lingua del paese estero e sappia valorizzare con i giusti termini il nostro prodotto.
La trattativa commerciale, deve tenere conto, oltre che del prezzo, anche dei documenti doganali necessari, della logistica e del supporto post vendita. L’azienda italiana che intende esportare i propri prodotti all’estero deve infatti avere le giuste conoscenze anche in termini di trasporti, soprattutto se si tratta di formaggi freschi. Vendere all’estero può essere una grande opportunità economica e di crescita aziendale, ma solo se fatta nel modo giusto: se si inizia un processo di internazionalizzazione senza esperti del settore al fianco, purtroppo spesso si cade in gravi errori che portano ad una perdita di risorse.
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