Ogni anno in Italia si producono 900mila tonnellate di riso in oltre 200 varietà diverse, 217mila sono gli ettari coltivati che si concentrano per il 92% al Nord tra Lombardia e Piemonte. L’Italia è leader nella produzione europea di riso con 4mila aziende agricole e un centinaio di riserie che trasformano il risone in riso lavorato per una produzione totale annuale che sfiora in 1 milione di tonnellate, di cui la metà viene esportato verso l’Unione Europea grazie soprattutto alla nuova attenzione per la qualità delle tipologie pregiate più adatte ai risotti. 

Una preziosa materia prima

Il riso italiano, come abbiamo visto, vanta oltre 200 varietà: una ricchezza unica al mondo legata alla storia alimentare, sociale e produttiva del nostro Paese. Paolo Carrà, presidente nazionale dell’ente risi, afferma “Il nostro riso oggi chiede di essere valorizzato e sostenuto, anche a partire da una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori finali”. Oltre ad essere un’importante materia prima infatti, il riso viene sempre più apprezzato anche per le farine e le bevande che ne derivano. 

Ogni varietà coltivata ha una sua destinazione: le varietà coltivate a chicco tondo, ad esempio, sono ideali per minestre, e a chicco lungo invece per la parbolizzazione e per i risotti. La varietà più lunga e cristallina invece, rilasciando poco amido è spesso utilizzata per i contorni. I semi I semi integrali inoltre, ricchi di antociani e flavonoidi e poco calorici, hanno proprietà antiossidanti e benefiche: un prodotto sano che offre sapore, leggerezza e benessere, adatto anche a chi ha problemi di intolleranze a tavola, a chi segue regimi ipocalorici e ai bambini. Il riso è un prodotto privo di trasformazioni o manipolazioni, semplice da cucinare, da abbinare e da riutilizzare se avanza, in gustose ricette. 

Via libera alla vendita di riso italiano in Cina 

Da Aprile 2020 il Ministro delle Politiche agro alimentari e forestali e l’Amministratore generale delle dogane della Repubblica popolare cinese hanno sottoscritto un protocollo che consente l’esportazione in Cina di riso italiano da risotto. Un’intesa importante che corona un negoziato diplomatico andato avanti per anni. “E’ un accordo rilevante a cui tenevamo in modo particolare – sottolinea la ministra Teresa Bellanova – che stabilisce i requisiti fitosanitari da soddisfare per esportare riso da risotto italiano in Cina e consente, di fatto, l’apertura di questo importantissimo mercato per un prodotto di punta della nostra agricoltura. Il riso italiano è apprezzato in tutto il mondo: ottenere questo riconoscimento anche dalla Cina lancia un messaggio di fiducia e incoraggiamento ai tanti risicoltori e alle imprese italiane impegnati a garantire le forniture di cibo sano e di alta qualità”.

Il riso italiano si distingue da quello coltivato nel resto del mondo grazie a varietà tipiche e apprezzatissime come il Carnaroli, l’Arborio, il Vialone nano, il S. Andrea e il Baldo: produzioni di eccellenza valorizzate dai marchi Dopo e Igp che riconoscono le specificità dei territori di origine o le aree geografiche tipiche. Grazie all’accordo siglato di recente, le qualità del riso italiano da risotto vengono ulteriormente riconosciute e potranno essere sempre più apprezzate anche dai cittadini cinesi, i maggiori consumatori al mondo di questo alimento. 

Vuoi vendere riso italiano all’estero? 

Il mercato estero può offrire tante opportunità di crescita economica alle aziende italiane, anche alle PMI. Vendere all’estero richiede molte competenze, sia interne che esterne all’azienda, in merito alle diverse regolamentazioni nazionali. l primo passo da compiere è decidere in quali paesi si intende esportare il proprio prodotto e per farlo è fondamentale prestare attenzione alla negoziazione degli accordi contrattuali, alla conformità del prodotto alle normative vigenti nel paese estero e alle procedure necessarie all’importazione: per questo eseguire un’attenta analisi di mercato è fondamentale.

Tenendo conto delle norme a tutela della sicurezza, dell’igiene e del diritto all’informazione alimentare, prima di trovare importatori interessati ad acquistare il prodotto dovremo verificare di avere tutte le carte in regola per il mercato in cui intendiamo distribuire il nostro riso. Una volta delineata la situazione generale, si potrà passare alla ricerca effettiva di possibili importatori. Non basterà infatti avere dei nomi, ma sarà necessario creare un database di potenziali clienti effettivamente interessati al prodotto. Per farlo, il prodotto in questione dovrà essere pubblicizzato e sponsorizzato attraverso specifici canali, anche social, per suscitare interesse e curiosità che spingano il distributore/importatore ad un contatto con la nostra azienda.

Una volta innescato l’interesse nell’importatore estero, sarà necessario iniziare una trattava economica finalizzata alla conclusione di un ordine. In questa fase potrebbe essere necessario incontrare personalmente il referente estero, tenendo conto ovviamente dell’ostacolo della lingua. È indispensabile quindi affidarsi ad una persona che sappia con grande dimestichezza la lingua del paese estero e sappia valorizzare con i giusti termini il nostro prodotto.

La trattativa commerciale, deve tenere conto, oltre che del prezzo, anche dei documenti doganali necessari, della logistica e del supporto post vendita. Vendere all’estero può essere una grande opportunità economica e di crescita aziendale, ma solo se fatta nel modo giusto: se si inizia un processo di internazionalizzazione senza esperti del settore al fianco, purtroppo spesso si cade in gravi errori che portano ad una perdita di risorse.

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