Le immatricolazioni di trattori in Italia nei primi nove mesi dell’anno sono in calo dell’11,3% mentre all’estero gli acquisti crescono specie nei Balcani (Bosnia +59%, Croazia +29%) e in Nord Africa.

Cala il mercato interno ma va bene l’export, trainato da alcune aree emergenti come quella della sponda sud del Mediterraneo e dei Paesi balcanici. Sono i principali trend del settore delle macchine agricole un comparto chiave del made in Italy con un giro d’affari di circa 15 miliardi l’anno realizzato per oltre il 70% sui mercati esteri.

Poche immatricolazioni, tassi in aumento e meno incentivi

Incremento dei costi produttivi da un lato, inflazione e aumento dei tassi di interesse (si tratta di acquisti in gran parte effettuati a credito) dall’altro hanno lasciato il segno anche per questo settore ad alte performance della manifattura italiana. Le immatricolazioni in Italia nei primi nove mesi dell’anno sono in calo dell’11,3% una flessione ben più ampia della media europea ferma al -3 per cento. La riduzione delle immatricolazioni è in massima parte legata al calo in doppia cifra negli acquisti di trattrici, di gran lunga la categoria più ampia in termini di volumi. E infatti il dato non è minimamente influenzato dai pur positivi risultati registrati per le mietitrebbie (+28,5%), per le trattrici con pianale di carico (+24,8%) e per i sollevatori telescopici (+11,6 per cento).

Questi numeri non positivi – come ha ricordato FederUnacoma, l’associazione dei produttori italiani di macchine agricole – sono di certo stati influenzati dalla riduzione degli incentivi pubblici che nel recente passato sono stati un fattore trainante, soprattutto grazie alla presenza simultanea di più misure (Piani di sviluppo rurale, il Decreto 4.0, la misura Inail per le macchine con elevati standard di sicurezza, la Legge Sabatini per i beni strumentali). Le agevolazioni statali registrano ora un rallentamento soprattutto a causa dei ritardi legati all’applicazione del Pnrr e del Fondo per l’innovazione varato dal Governo. Rallentamenti che preoccupano i produttori.

Le esportazioni continuano a trainare le macchine agricole

Fin qui lo scenario del mercato italiano che, fortunatamente, viene in buona parte ribaltato da quello dei mercati internazionali, dove non solo le esportazioni made in Italy risultano in crescita (+14,8% nel primo semestre 2023), ma il settore delle tecnologie italiane per l’agricoltura sta anche riuscendo a diversificare i propri sbocchi conoscendo una forte accelerazione in quadranti “nuovi” come l’area dei Balcani, l’Africa Settentrionale e il Medio Oriente. Nel primo semestre di quest’anno le vendite di trattrici in Bosnia Erzegovina hanno superato le 700 unità, con una crescita del 59% rispetto allo stesso periodo del 2022; in Croazia sono state vendute oltre 600 unità (+29%) e in Serbia e Montenegro sono state spedite 1.250 trattori (+9 per cento).

Tra i Paesi africani si sono distinti in questi ultimi anni il Marocco dove l’import di macchine agricole è aumentato del 26% nel 2021 e del 24% nel 2022; la Tunisia, +39% nel 2021 e +30% nel 2022; e l’Egitto, +23,9% nel 2022. Anche tra i Paesi mediorientali, fino a prima dell’esplosione della guerra, si segnalavano dati positivi in Iraq (acquisti aumentati del 78% nel 2022) e in Israele +21,7% nel ’21 e +12,4% nel 22. «Siamo convinti – ha commentato la presidente di FederUnacoma, Mariateresa Maschio – che questi risultati proseguiranno anche nel prossimo futuro. Nei paesi in ritardo di sviluppo, perché le tematiche della sicurezza alimentare stanno diventando sempre più sentite; ma il trend continuerà anche nell’area Balcanica e nei paesi Danubiani che puntano a raggiungere gli stessi standard di qualità alimentare».

Pnrr contro l’obsolescenza dei macchinari in agricoltura.

I problemi, quindi, sono soprattutto tra le mura domestiche dove occorre un cambio di passo sul fronte degli incentivi. «Andamento dei redditi agricoli, aumento dei prezzi e congiuntura economica – ha aggiunto Mariateresa Maschio – stanno rallentando gli acquisti di mezzi meccanici di nuova generazione da parte delle aziende agricole. Per questo gli incentivi pubblici sono un supporto fondamentale. Oltre al Psr, in questi anni ha funzionato bene il credito d’imposta per i macchinari 4.0, che però è in via di esaurimento e che per quest’anno prevede un contributo non superiore al 20% (lo scorso anno era il 40%) per investimenti fino a 2,5 milioni, e contributi ancora inferiori per importi più elevati. Negli ultimi anni abbiamo potuto contare anche sul Bando Isi Inail per l’acquisto di mezzi con elevati standard di sicurezza, che però ha una dotazione complessiva, per quest’anno, non superiore a 35 milioni. La nostra speranza è che questi strumenti possano essere rifinanziati anche nel 2024 e che possano cumularsi con quelli del Pnrr».

E infine il Piano di ripresa e resilienza e il Fondo Innovazione. «Dopo il decreto ministeriale dell’8 agosto scorso – ha concluso la presidente di FederUnacoma – la pratica Pnrr è passata alle Regioni, che hanno tempo sino al 31 dicembre per emanare i bandi. Alcune ci risulta siano già pronte. Un ulteriore sostegno potrebbe intanto venire dal Fondo per l’Innovazione varato dal Governo, che stanzia 225 milioni per le macchine agricole, e che, gestito in modo centralizzato dall’Ismea, prevede procedure più veloci nell’assegnazione dei contributi. La domanda rallenta è importante che il fondo venga reso presto operativo». (ilsolel24ore)