Il settore dovrebbe chiudere l’anno con un fatturato di 14,8 miliardi (+10,9%) e un valore record per l’export di 6,7% miliardi (+15%). Il valore globale del mercato del beauty, stimato a circa 500 miliardi di euro, è destinato a raggiungere i 700 miliardi nel 2027

L’industria cosmetica italiana chiuderà l’anno con un fatturato di 14,8 miliardi di euro, in crescita del 10,9% e una proiezione, per il 2024, di poco più di 16 miliardi (+8,5% rispetto al 2023) con un export che a fine di quest’anno raggiungerà il valore record di 6,7 miliardi, in aumento del 15% e con un ulteriore incremento del 10% nel 2024. Risultati che testimoniano la resilienza del settore e la sua capacità di creare valore per l’intero Sistema Paese, piazzando l’Italia al terzo posto in Europa per ricavi, dopo Germania e Francia.

Per quanto riguarda invece il fronte del mercato interno, i consumi dovrebbero arrivare a 12,4 miliardi alla fine dell’anno (+8,2% rispetto al 2022), con previsioni di crescita del 5,8% per il 2024. Mass market (con 5,2 miliardi stimati per l’anno), profumeria (2,5 miliardi) e farmacia (2 miliardi) restano i tre canali più rappresentativi a valore. L’e-commerce rimane saldo al quarto posto come canale distributivo con 1,1 miliardi a fine anno (+12%) e un ritmo di crescita sostenuto (+9,8%) anche per il 2024.

Il cosmetico si conferma un elemento di consumo quotidiano e irrinunciabile che, complici i nuovi modelli di acquisto, ha saputo resistere anche a fronte di congiunture negative e crisi internazionali. Il suo valore e la sua necessità sociali sono indiscutibili. Ogni persona, nell’arco della giornata, utilizza in media otto prodotti cosmetici, soddisfando esigenze diverse ma complementari: parliamo di deodoranti e saponi, shampoo e dentifrici per l’igiene, make-up e profumi per sentirsi meglio e regalarsi una coccola, creme viso e corpo per migliorare il proprio benessere.

Tuttavia dietro l’anelasticità del settore c’è l’impegno delle aziende di tutta la lunga filiera (dai formulatori ai terzisti, dai distributori ai produttori di packaging) che spingono sempre di più gli investimenti nella direzione dell’innovazione e della sostenibilità. Fattori che rendono le aziende estremamente competitive a livello globale, come dimostra il fatto che il 55% dei prodotti da trucco consumati nel mondo è fabbricato nel Belpaese; un dato che sale al 67% se si guarda al mercato europeo. Al primo posto nella top ten dei Paesi importatori si confermano gli Stati Uniti, con 471 milioni di euro nel primo semestre dell’anno, in aumento del 42,7% rispetto allo stesso periodo del 2022; seguono Francia con 352 milioni (+17,9%) e Germania con 334 milioni (+44,7%). Da segnalare l’incremento del 69,9% della Russia, al decimo posto. Opportunità molto interessanti per gli operatori del settore arrivano da Asia e India.

Le sfide e le occasioni di crescita non mancano, dunque, e le aziende sono pronte a coglierle, come raccontano nelle pagine di questo speciale piccole o grandi eccellenze del made in Italy, ma anche estere. Anche perché il valore globale del mercato del beauty, stimato a circa 500 miliardi di euro, è destinato a raggiungere i 700 miliardi nel 2027, con un tasso di crescita annuo dell’8%, secondo un’indagine di Kpmg, trainato soprattutto da alcune categorie di specifiche, come lo skincare – che rappresenta il 28% del totale –, prodotti per capelli (17%) e make-up (14%). Quanto alle aree geografiche, l’Asia-Pacifico guida la classifica per valore con 166,4 miliardi e un tasso annuo di incremento del 6,7%, seguita dal Nord America con 112,1 miliardi e un +3,9%; mentre le zone che crescono più velocemente sono America Latina con un +16,7% per 57,3 miliardi e Medio Oriente e Africa a +16% e 37,5 miliardi. L’Europa occidentale cresce del 4,9% annuo con un valore di 92,3 miliardi. (ilsole24ore)