Con 5,26 milioni di tonnellate di pomodoro trasformate, l’Italia è il primo produttore di pomodoro tra i paesi dell’Unione Europea e il terzo al mondo dopo gli Stati Uniti e la Cina. Sicuramente, è da sempre, il primo produttore al mondo di derivati destinati al consumatore finale. ANICAV (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari e Vegetali) ha riscontrato negli ultimi anni che il 60% della produzione interna parte verso l’estero mentre il 40% rimane nel mercato interno, il pomodoro continua la sua scalata come ambasciatore del made in Italy e dell’eccellenza della nostra cucina nel mondo.
Il pomodoro italiano all’estero
Il prodotto più amato all’estero è il pelato intero e non intero, con quasi 2 milioni di tonnellate riservate ai Paesi stranieri e un valore export che fa registrare un +6,1% in valore. Sul fronte dei nuovi mercati, si registrano ottimi risultati per l’export di pomodori pelati soprattutto verso l’Asia (+6%). Tra i derivati, invece, la passata è quella che ha fatto registrare un maggiore incremento in volume delle vendite oltre confine (+22,4%). L’export del concentrato fa segnare ottimi numeri in Russia (+47%), Belgio (+30%) e Australia (+7,2%).
Il direttore ANICAV, Giovanni De Angelis afferma “Sono diversi i Paesi in cui l’export diventa un’opportunità. Gli Usa, ad esempio, sono molto interessati al tema del bio e al concetto di ‘Food Made in Italy’. Vi sono poi i Paesi dell’Asia e del Sud-Est asiatico, caratterizzati da un Pil in crescita. In tal caso, è importante impegnarsi per diffondere il consumo dei prodotti legati alla dieta mediterranea, di cui il pomodoro, essendo anche un ingrediente imprescindibile di piatti tipici come la pasta e la pizza, rimane uno degli alimenti più rappresentativi”.
I mercati esteri rappresentano un’importante area di crescita per il comparto agroalimentare che punta su una forte azione di comunicazione e valorizzazione della qualità del prodotto. Oggi più che mai è necessario spingere sulla promozione degli elementi alla base delle nostre eccellenze: qualità, tradizione, genuinità, forte legame tra prodotto e territorio, tipicità. Tralasciando qui prodotti che danneggiano i nostri con delle brutte copie.
Perché esportare pomodoro italiano?
Gli esperti di categoria ci ricordano che in un settore export oriented come quello agroalimentare, le esportazioni riescono a bilanciare anche la stagnazione dei consumi interni oltre a rappresentare un’importante possibilità di crescita per il proprio comparto. Come abbiamo già visto, i pomodori pelati sono un ingrediente base della dieta mediterranea e le imprese italiane sono leader a livello mondiale nella commercializzazione del prodotto all’estero. Lo scorso anno l’Italia ha esportato un valore di conserve di pomodori pelati prossimo a 600 milioni di euro, coprendo oltre il 70% dell’intera domanda mondiale.
Il 50% del pomodoro in Europa si lavora in Italia e la metà di quello che si produce su territorio nazionale viene esportato. Gli italiani consumano in media all’anno 35 chili di pomodoro in conserva tra passate, polpe, concentrato e pelati sotto le tendenze salutistiche che spingono alla ricerca dei superfood come l’ingrediente principale della dieta mediterranea che è riconosciuto essere un potente antiossidante in tutto il mondo.
Come esportare all’estero?
Avviare un processo di internazionalizzazione d’impresa può essere un grande salto nel vuoto se non seguito e svolto nel modo migliore. Per farlo è innanzitutto essenziale identificare un paese di interesse scelto dopo aver eseguito un’attenta analisi di mercato in cui emerga come il prodotto viene percepito dai consumatori finali, la concorrenza e le reali possibilità di vendita. Studiare il mercato globale isolando i mercati più appetibili e studiare i concorrenti che l’azienda italiana si troverà ad affrontare è di estrema importanza.
Attraverso tecniche e strumenti specifici sarà poi necessario definire politiche e azioni commerciali per lo sviluppo del mercato estero mettendo in atto strategia di web marketing e lead generation che include la revisione del materiale informativo e promozionale, la creazione di campagne marketing in lingua, campagne PPC su Google Ads, mail marketing e news letter.
Infine, sarà necessario ideare una strategia commerciale mirata, attuando attività atte all’aumento delle vendite e alla finalizzazione degli ordini. Si dovranno stipulare accordi commerciali con partner locali e assicurare un supporto logistico quando richiesto. Sarà poi necessario continuare le attività di analisi anche una volta concluso l’odine per monitorare l’andamento del prodotto sul mercato estero ed attuare eventuali cambiamenti migliorativi.
Scegliere di avvalersi di un’agenzia come SOSExport significa avere al proprio fianco professionisti esperti nella vendita in vari settori merceologici, che vantano conoscenze linguistiche, burocratiche, logistiche e culturali nei vari mercati esteri.
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