«Lipstick effect vs Covid effect: chi vincerà»? Una domanda dalla risposta complessa per un settore, quello cosmetico, con una produzione mondiale stimabile in 400 miliardi di dollari e una spesa pro-capite di 66 dollari e che vede le aziende italiane tra i player protagonisti. L’Italia è, infatti, il quarto produttore europeo – e nono al mondo – con vendite per 11,9 miliardi di dollari, dopo Germania, Francia e Regno Unito. L’intera filiera del beauty made in Italy, compresi i fornitori soprattutto di packaging, arriva a circa 16 miliardi. Traino del settore l’export che vede il nostro Paese terzo in Europa – sesto nel mondo – con 5,4 miliardi di euro.

Nel Report Cosmesi emerge che le imprese italiane del beauty con fatturato superiore a 10 milioni sono 195, con vendite pari a 12,1 miliardi di euro e oltre 39mila dipendenti. Prevalgono le attività produttive (6,4 miliardi) su quelle commerciali (5,6 miliardi). Tra le aziende manifatturiere, quelle che producono a marchio proprio fatturano 4,4 miliardi, mentre i terzisti sono appena sopra i due miliardi. Nel commercio, i grossisti con 3,4 miliardi superano i dettaglianti a 2,2 miliardi.

Il fatturato 2018 conferma i cinque migliori player italiani: L’Oréal Italia (870,4 milioni di euro), Intercos (691,6 milioni), Kiko (592,5 milioni), Sodalis (422,2 milioni) e Euroitalia (395,5 milioni). Le imprese multiprodotto a controllo straniero sono una parte importante della produzione con vendite per 1,5 miliardi, ancora marginale la nicchia della cosmesi naturale (0,6 miliardi). La presenza straniera in Italia è molto rilevante e vale oltre un terzo della produzione a 4,3 miliardi, con i francesi che soli fatturano 1,8 miliardi di euro. In generale la presenza straniera è molto forte nel commercio (60% del giro d’affari italiano), nella cosmesi naturale (57%) e nelle creme (50%). Gli store al dettaglio di cosmesi multimarca sono per il 55% in mano a imprese straniere.

Tratto dal “Ilsole24ore”