La Francia al secondo posto. Tra le ragioni i dazi americani che hanno colpito il prodotto transalpino ma non quello italiano

Il Covid-19 non ferma il vino italiano negli Usa, anzi lo rilancia. Nei primi otto mesi dell’anno infatti secondo i dati delle dogane statunitensi rielaborati dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma, l’Italia è tornata primo fornitore di vino degli Stati Uniti con un fatturato di 1,16 miliardi di euro contro i 997 milioni della Francia. A fare la differenza i dazi Usa che hanno colpito i vini francesi ma non quelli italiani e così l’export made in Italy è cresciuto del 2,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (quando il Covid-19 non c’era) mentre i francesi hanno lasciato sul terreno il 25,7% del fatturato.

Molto bene le vendite on line che per le etichette made in Italy hanno fatto segnare incrementi a doppia cifra. Ma ancora meglio è andata nella grande distribuzione americana. Sugli scaffali i vini italiani nel periodo clou del lockdown (27 aprile-12 luglio) sono cresciuti del 39%.

L’Italia inoltre è l’unico dei principali fornitori del mercato americano a registrare un segno positivo visto che oltre alla debacle francese hanno perso terreno anche la Spagna (-11,8%) e la Germania (-34,4%). «Oggi il Belpaese – ha commentato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – detiene una quota di mercato sulle importazioni Usa di vino che si avvicina al 35%, un record raggiunto grazie alla congiuntura e a un rapporto qualità-prezzo più che mai competitivo.

Fonte: “Ilsole24ore”