Lo sprint dell’olio toscano sostenuto soprattutto delle richieste arrivate da Nord-America, Francia e Germania. La provincia di Parma che ha fatto segnare un deciso incremento grazie ai prodotti da forno ed ad altre specialità alimentari, mentre a Reggio Emilia e dintorni si segnalano le vendite all’estero di salumi. E ancora, la resilienza della pasta di Chieti e dei vini di Pescara, in Abruzzo. Sono solo alcune delle specializzazioni che, malgrado il pesante impatto della crisi pandemica sulle esportazioni del Made in Italy, hanno permesso la tenuta di diverse realtà territoriali del Centro Italia come documenta un focus Sace curato da Stefano Gorissen e Carlotta Fumei che ha passato in rassegna le dinamiche dell’export di province e regioni italiane mettendo a fuoco la particolare resistenza dell’agroalimentare.

Il comparto è quello che ha saputo contenere maggiormente gli effetti negativi dell’emergenza provocata dal Covid-19. Nel complesso, le vendite oltreconfine di alimentari e bevande hanno registrato, nei primi nove mesi del 2020 – ultimi dati Istat elaborati dall’Ufficio Studi di Sace disponibili mentre questo dorso va in stampa -, un progresso dell’1,3% in tutto il Paese, ma ci sono molte realtà della penisola con risultati ben superiori alla media nazionale.

FONTE: IL SOLE24ORE