E pensare che in Italia c’è chi lo ha avversato in maniera dura, minacciato le barricate e dichiarato solennemente che il Parlamento non lo avrebbe ratificato. Si tratta del Ceta il Comprehensive Economic And Trade Agreement, l’accordo di libero scambio tra Ue e Canada (il primo siglato dall’Unione europea con un altro paese del G7) entrato in vigore il 21 settembre 2017 e che quindi taglia il traguardo di 4 anni di validità. entrava in vigore Ceta, il Comprehensive Economic and Trade Agreement tra l’Unione Europea e il Canada.

Il Ceta – ha ricordato Assolatte. l’associazione delle industrie lattiero casearie tra quelli che più hanno premuto perché l’accordo fosse siglato – ha previsto infatti la più estesa liberalizzazione tariffaria nella storia dei negoziati commerciali dell’Ue, disposizioni vincolanti sul mantenimento di elevati standard ambientali e sociali, la liberalizzazione di importanti settori dell’economia, nonché l’abbattimento delle barriere non tariffarie e la tutela della proprietà intellettuale.

«Per consumatori e imprese – ha ricordato il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti – il vantaggio più evidente è arrivato dall’abbattimento dei dazi. In particolare, già con l’entrata in vigore venivano liberalizzate il 90% (Canada) e il 92,2% (Unione Europea) delle linee tariffarie sui prodotti agricoli e agroalimentari».Tutti benefici riconosciuti alle produzioni Ue nonostante sia da tempo presente in Canada una rilevante produzione casearia. Il Ceta ha infatti riservato ai formaggi Ue un contingente export che ha previsto l’ingresso in Canada, a dazio zero, di ulteriori 17.700 tonnellate annue, di cui 16mila indirizzate ai formaggi di qualità. «Complessivamente, rispetto a prima dell’accordo commerciale Ue-Canada i quantitativi europei ammessi a condizioni agevolate sono più che raddoppiati, raggiungendo 31.900 tonnellate – sottolinea Zanetti – e le imprese italiane hanno saputo cogliere appieno questa opportunità».

I dati infatti parlano chiaro, rilevano ad Assolatte: nel 2020 l’export di formaggi italiani ha sfiorato le 7mila tonnellate, con un aumento del 35% sul 2017, anno in cui l’accordo è diventato operativo. Una significativa progressione che ha riguardato pressoché tutte le categorie di formaggi, a cominciare dalla Mozzarella, cresciuta di 9 volte, e dal provolone (con un exploit del 232%). Incrementi considerevoli anche per grattugiati (37%), Asiago (28%), Grana Padano e Parmigiano Reggiano (27%), altri formaggi freschi (27%), Gorgonzola (25%) e Pecorino (11%). A questo quadro va aggiunto che secondo stime effettuate da Assolatte si profila un nuovo primato nell’export anche nel 2021, visto che le vendite di formaggi italiani in Canada sta registrando un tasso di crescita del 5%.

«Ci sono altri due elementi fondamentali dell’accordo Ceta da sottolineare – ha aggiunto il Presidente di Assolatte – il primo è la lotta all’italian sounding, il secondo è il riconoscimento e la tutela delle principali denominazioni Dop e Igp europee, dove i formaggi italiani fanno la parte del leone. Un aspetto di non poco conto, essendo il Canada tradizionalmente estraneo a questo sistema di valorizzazione dell’origine». In questi quattro anni Assolatte, oltre ad aver sempre sostenuto il Ceta ha supportato lo sviluppo del mercato canadese anche con iniziative mirate. In particolare, con la campagna di promozione The Extraordinary Italian Cheese, realizzata con ICE in due fasi. La prima nel 2019, mentre la seconda prenderà l’avvio questo autunno con una serie di iniziative finalizzate ad aumentare la conoscenza e l’apprezzamento dei formaggi italiani tra i consumatori canadesi.

FONTE: ILSOLE24ORE