A trainarne le vendite di quelli alcolici è il fenomeno della mixology, l’arte del bere miscelato basato sull’equilibrio tra tutti gli ingredienti alcoli e non, che da quando è scoppiata la pandemia non è più solo legato alle occasioni di consumo fuori casa, ma è sempre più diffuso anche tra le mura domestiche.

Nei primi 8 mesi dell’anno, infatti, registra export per 828 milioni di euro, in crescita del 22% rispetto allo stesso periodo del 2020, superando i livelli pre-covid, grazie alle ottime dinamiche di liquori e grappa.

Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di destinazione per i liquori italiani e registrano +21% rispetto al 2020, seguono Germania (+20%), Regno Unito (+43%), Francia (-41%) e Canada (+22%). Bene anche la grappa che cresce sensibilmente nei principali paesi di destinazione sono Germania (+30%), Svizzera (+27%), Austria (+18%), Canada (+48%) e USA (+46%).

(ANSA).