Nei primi nove mesi del 2021 le esportazioni di prodotti tessili e moda hanno registrato un +16,5 per cento (ma è ancora -6-6% sul pre Covid). Nel 2020 Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana hanno assorbito l’80% delle vendite oltre confine

Nonostante le incognite sul piatto siano diverse (dalla pandemia ai costi in crescita), il settore moda dovrebbe riprendersi dallo shock pandemico nel corso di quest’anno. Lo afferma, tra le altre, anche l’analisi dell’ufficio studi di Sace “Il Fashion tornerà di moda?” Che prende in esame il settore tessile-moda e gli scambi con l’estero. E traccia, appunto, un quadro di ripresa.

Il rimbalzo dell’export

Sebbene nel corso del 2020 il valore dell’export del settore moda abbia perso più di 10 miliardi di euro (-18,5%) toccando quota 47 miliardi, con picchi negativi (-23,8%) nei segmenti pelletteria e valigeria, nel 2021 si è verificato un rimbalzo importante: tra gennaio e ottobre 2021 le vendite oltreconfine hanno fatto segnare un +16,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Rimane il divario (-6,6%) con il periodo pre Covid, con l’eccezione dei prodotti tessili che hanno già superato i livelli 2019. Se tutti i grandi mercati di destinazione della moda made in Italy hanno fatto registrare un decremento a doppia cifra, nel 2021 si è assistito a una ripresa generalizzata. Fa eccezione il Regno Unito: l’export risente infatti delle implicazioni burocratiche legate alla Brexit. Brillano invece Polonia (nuovo hub fashion est europeo), Corea del Sud e Cina.

L’Italia attualmente è il terzo esportatore mondiale con una quota di mercato del 5,3% – ed è seconda nel segmento delle pelli con una quota del 14 per cento – e riporta un saldo commerciale positivo per tutti i comparti del settore (secondo i dati di Confindustria moda il Tma ha chiuso il il 2020 con un saldo commerciale positivo di 17,4 miliardi, ndr). Proprio nel 2020, invece, la moda è diventato il terzo comparto italiano per esportazioni, con un peso dell’11 per cento.

Focus sulle regioni

Stringendo il focus sul territorio, emerge che nel 2020 l’80% delle esportazioni di moda made in Italy sono state generate da quattro regioni chiave nelle produzioni di lusso: Lombardia, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna. Se, tuttavia, Lombardia e Toscana hanno registrato un calo superiore alla media nazionale, l’Emilia Romagna e soprattutto il Veneto – anche in ragione delle categorie di prodotti: abbigliamento, che nel 2020 ha rappresentato più del 50% dell’export in valore, e calzature – hanno reagito meglio. Nonostante la crisi, le province sede di specifici distretti industriali – come Firenze e Vicenza – si sono confermati di importanti poli esportativi.

Nel 2021 – l’analisi prende in esame il periodo gennaio-settembre – si è verificato un rimbalzo diffuso in quasi tutte le regioni: se la ripresa è più difficile in Piemonte, Marche e Campania, il Lazio è in crescita rispetto ai livelli pre-crisi.

In controtendenza Trentino Alto-Adige e Basilicata che – con un peso decisamente basso: insieme assorbono l’1% dell’export complessivo del settore – sono le uniche due regioni ad aver registrato una crescita nel 2020, proseguita anche nei primi nove mesi dello scorso anno. (ilsole24ore)