Riuscire a cogliere le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per affacciarsi o rafforzare la propria presenza sui mercati internazionali. È una sfida che riguarda anche, se non soprattutto, le imprese guidate da donne che scontano un gap rispetto a quelle maschili anche sul versante dell’export e della internazionalizzazione.

Sace ha lanciato uno strumento, Women in export, che punta a fare rete, condividere esperienze, per favorire l’empowerment femminile anche in questo ambito, valorizzando le possibilità previste dal Pnrr, dal Green New Deal e dalla transizione digitale.

Il fatto che le aziende a conduzione femminile risultino meno propense all’export, osserva Mariangela Siciliano, Responsabile Education di Sace, “spesso è legato ad un problema dimensionale: essendo più piccole hanno meno strumenti per approcciare i mercati internazionali”. Allo stesso tempo, nella quarantennale esperienza al fianco delle imprese sui mercati internazionali di Sace, “ci siamo resi conto – aggiunge – che in realtà incrociamo quotidianamente tantissime eccellenze italiane guidate da donne o comunque con un management paritario ai loro vertici”. Inoltre, rileva, “in tanti settori a prevalenza maschile si tende in maniera errata a pensare che non ci siano donne. Penso ad esempio all’oil&gas, all’ingegneria, alla meccanica strumentale”.

La nascita della community di Women in export, lo scorso dicembre, è stata pensata “per cercare di generare valore creando delle connessioni strategiche operative per valorizzare l’enorme capitale intellettuale e umano che ruota intorno al nostro export, alla nostra internazionalizzazione”. Si tratta, spiega ancora la Responsabile Education di Sace, di “un vero e proprio ecosistema digitale con l’obiettivo di creare un ambiente virtuale nel quale donne provenienti dal mondo delle istituzioni, dal mondo associazionistico, dal mondo imprenditoriale possono trovarsi e scambiarsi informazioni, best practice. Uno dei punti cardine di questa community è, oltre al fatto che è gratuita, quello di mettere a sistema conoscenze, know-how”. 

Da quando l’iniziativa è stata lanciata, la community è arrivata “attorno alle 500 iscritte: un dato interessante – commenta Siciliano – anche perché è composto da un mix di imprese, professioniste. Abbiamo creato una sezione che riguarda solo il mondo associazionistico perché l’obiettivo per noi è anche quello di fare un po’ da amplificatore per tante associazioni che condividono gli stessi obiettivi: associazioni che lavorano per l’empowerment femminile o per compensare il divario di genere nella nostra società e nel nostro sistema produttivo”. Sul fronte delle imprese, l’iniziativa è volta alle donne titolari d’impresa, alle ceo ma anche a chi riveste ruoli apicali in azienda, “perché – ricorda Siciliano – chi si occupa del posizionamento dell’azienda, anche sui mercati internazionali spesso ha un profilo di marketing: direttore commerciale, direttore di marketing, Cfo”.

Obiettivo prioritario è quello di una peer education grazie alla quale tutte le aziende che decidono di iscriversi nella community possono avere la loro “vetrina virtuale” per entrare in contatto con aziende che operano nello stesso settore o in settori diversi, creando un “circuito virtuoso in cui si scambiano esperienze, si condividono best practices con altre aziende”. Nello stesso tempo, sono previste sessioni in diretta streaming in cui vengono trattate singole tematiche “per creare un bagaglio informativo, conoscitivo che noi poi lasciamo all’interno della community per generare discussioni, scambi”.

L’ultimo di questi incontri è previsto il 10 marzo sulla transizione energetica green mentre a febbraio si è parlato di Pnrr. L’approfondimento sul Piano nazionale di ripresa e resilienza ha suscitato interesse, con un picco di 400-500 adesioni, ed ha riguardato sia gli impatti diretti che quelli indiretti sull’empowerment e sull’occupazione femminile. In particolare, per quanto riguarda il supporto alla internazionalizzazione, Siciliano riferisce che nel corso dell’incontro è emerso che è ormai prossima l’emanazione della circolare del Mise che consentirà la partenza del fondo impresa donna con una dotazione di 400 milioni. Il fondo, che sarà gestito da Invitalia, “può dare una accelerata a percorsi di internazionalizzazione delle Pmi a conduzione femminile perché possono essere utilizzati per rafforzare le proprie skills aziendali, la formazione delle proprie risorse interne”.

Inoltre, “gli interventi del Pnrr su alcune filiere come quella del turismo, della cultura, del wellness – osserva ancora – possono contribuire in maniera indiretta ma importante al rafforzamento della imprenditoria femminile e quindi alla presenza delle imprese femminili sui mercati internazionali”. Per quanto riguarda il webinar sulla transizione energetica verde l’obiettivo, anticipa la responsabile Education di Sace, è quello di dare alle imprese una prospettiva europea con un confronto con esponenti della Commissione di Bruxelles. Inoltre, aggiunge, “cercheremo di capire come la sfida della transizione green si traduce anche in una sostenibilità che non è solo ecologica ma sociale, di cui la parità di genere è uno dei pilastri.

Il messaggio è che, oltre ai fattori Esg, sicuramente per le nostre imprese che oggi affrontano il tema della sostenibilità, promuovere il fattore ‘Ge’, gender equality, è altrettanto importante”. All’incontro, oltre a rappresentanti istituzionali, è prevista la presenza di “aziende testimonial guidate da donne che hanno intrapreso la sfida della transizione green e digitale”. (Fonte Ilsole24ore)

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