Alleanza Cooperative Agroalimentari: all’estero crescita del 12,3%. I produttori Dop: a rischio i piatti simbolo della Dieta Mediterranea. Allarme anche per il caro materie prime legato alla guerra

Dopo un 2021 da record per il formaggio italiano, soprattutto sul fronte delle esportazioni, nubi si affacciano all’orizzonte per i pericoli rappresentati dal caro mangimi e il conseguente aumento dei costi per la produzione del latte da un lato e, dall’altro, per il persistere della minaccia del Nutriscore, la cosiddetta etichetta a semaforo che, se introdotta a livello europeo, penalizzerebbe infatti con il bollino rosso le eccellenze casearie italiane e contro la quale Afidop, l’associazione dei formaggi a marchio d’origine, e i Consorzi di Tutela, lanciano una campagna di comunicazione.

Export al top nel 2021, incognita Ucraina

Secondo un’elaborazione su dati Istat dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari, l’export dei formaggi made in Italy che nel 2021 ha raggiunto quota 3,6 miliardi di euro, facendo registrare una crescita pari al 12,3% in valore (+10,6% in volume) rispetto all’anno precedente. Particolarmente positivi sono i risultati ottenuti negli Stati Uniti (+34,4% in valore e +19,7% in volume), dove i formaggi italiani hanno raggiunto i livelli pre-dazi e in Cina (+35,1% in valore e +26,4% in volume

«In un contesto estremamente complesso caratterizzato dalla pandemia e dalle difficoltà economiche che hanno investito il settore negli ultimi mesi dell’anno scorso – commenta il coordinatore del settore lattiero-caseario di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giovanni Guarneri – si tratta di dati senz’altro positivi che confermano la vitalità di un comparto che oggi si trova tuttavia a fronteggiare gli effetti dell’inflazione dei costi di produzione e ora le conseguenze del conflitto in Ucraina, le cui ricadute non sono ancorale cui ricadute non sono ancora facilmente stimabili ».facilmente stimabili ».

Rispetto al mercato Ue, dove l’Italia vende più di due terzi della propria produzione (2,3 miliardi di euro) le vendite di formaggi registrano un incremento del +10,2%. Buon risultato in Francia (+13,2% in volume e +13,8% in valore), dove il fatturato registrato dall’export ha raggiunto 705 milioni di euro. Riguardo alle categorie, il 2021 ha visto un aumento degli ordini per tutti i formaggi italiani esportati: continuano ad aumentare le vendite all’estero della mozzarella (+12,5%) e si consolida il mercato del Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+5,3%), che insieme fatturano oltre un miliardo di euro – più del 30% del totale.

Registrano invece una lieve battuta d’arresto le esportazioni verso il Regno Unito (-4,5% in volume e -2,7% in valore) per le conseguenze della Brexit. Leggera flessione anche in Giappone (-3,2% in volume e -1,8% in valore).

«Le vendite dei formaggi italiani oltreconfine sono in crescita da anni – commenta ancora Guarneri – a conferma della vitalità di un comparto le cui eccellenze sono riconosciute e apprezzate in ogni parte del mondo. Tale trend positivo potrebbe tuttavia essere arrestato da alcune iniziative comunitarie, come i prospettati tagli ai fondi per la promozione dei prodotti Dop, e soprattutto dallo spettro del nutriscore che rischia di diventare obbligatorio entro il 2022: si tratta di un sistema fuorviante che banalizza i valori nutrizionali dei nostri formaggi e rischia di porre un brusco freno anche alle performance positive sui mercati esteri, che costituiscono una leva imprenscindibile per la competitività del nostro made in Italy».

Campagna anti-Nutricore

A 30 anni dalla nascita del marchio Dop, l’etichetta a semaforo sui formaggi certificati rischia di far sparire dalle tavole tanti piatti simboli del Made in Italy, dalla caprese con la Mozzarella di Bufala Campana allo spaghetto al pomodoro con il Parmigiano Reggiano, al risotto al Gorgonzola.
È l’allarme di Afidop, l’Associazione dei Formaggi Italiani Dop e Igp, che, con i Consorzi di Tutela, lancia una campagna social che mette al centro appunti 10 piatti iconici italiani dove il formaggio è l’ingrediente distintivo, settore che vale 4 miliardi di euro alla produzione e occupa 26mila operatori.

«È provato che il Nutriscore disincentiva il consumo di alimenti raccomandati in una sana alimentazione e fondamentali in menu equilibrati se inseriti all’interno di un corretto stile di vita – recita una nota –. Secondo un’indagine di Ipsos per l’Osservatorio Waste Watcher International, infatti, per 3 consumatori su 4 le informazioni nutrizionali in etichetta possono influenzare le scelte nel carrello e 4 su 10 cambierebbero i consumi in ragione dei colori apposti sulle etichette. In pratica tutti i formaggi Dop portabandiera dell’Italia nel mondo finiscono nel mirino del Nutriscore: Asiago, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano».

«Diciamo no al Nutriscore e alle etichette basate su quantitativi di riferimento scollegati dalle abitudini di consumo nella dieta quotidiana – dichiara il presidente di Afidop, Antonio Auricchio – si tratta di strumenti fuorvianti che svalorizzano l’immagine delle Dop e disincentivano il consumo dei nostri piatti banalizzando i valori nutritivi dei nostri prodotti. Sosteniamo informazioni corrette e complete al consumatore per un’alimentazione sana ed equilibrata e proprio per questo ci uniamo a quanti, in Italia e in Europa, ritengono il Nutriscore un sistema ingannevole ed esortano il decisore pubblico a fare muro contro l’attuazione di questa proposta». (FONTE ANSA)

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