Vino, i produttori: 2022 ancora in crescita del 4,8% trainato da export e bollicine

Indagine Mediobanca sulle previsioni di 251 società con fatturato superiore ai 20 milioni: meglio la vendita diretta che la grande distribuzione, non si ferma il boom dell’ecommerce, percorso di consolidamento tra produttori

Nonostante la crisi di questo inizio anno (che comunque incide più sui margini che sui ricavi) i maggiori produttori di vino si attendono per il 2022 una crescita del 4,8% del fatturato, che arriverebbe al 5,6% per la sola componente export. A spingere le vendite, il successo delle bollicine (+5,7% i ricavi complessivi, +7,5% l’export) mentre i vini fermi si aspettano un +4,6% (+5,3% l’export).

I dati emergono dall’indagine “Il settore vinicolo in Italia” dell’Area studi Mediobanca che riguarda 251 principali società di capitali italiane con fatturato 2020 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati pari a 9,3 miliardi di euro, pari all’85,3% del fatturato nazionale del settore. Più scettici sul futuro gli operatori esposti sul canale off trade (grande distribuzione e retail, dove si teme un calo dei consumi causata dall’inflazione e dopo il boom della pandemia), mentre il maggior ricorso alla vendita diretta garantisce più sicurezza.

Europa e Stati Uniti guidano l’export.

Il 2021 dei maggiori produttori italiani di vino ha chiuso con un aumento del fatturato del 14,2% (+14,8% il mercato interno, +13,6% l’estero). I vini frizzanti (+21%) hanno accelerato più dei vini fermi (+12,4%) mentre le cooperative hanno contenuto la crescita al +9,2% (+19,6% le non cooperative). Prevalgono i mercati di prossimità (Paesi Ue) con il 41,2% dell’export, seconda area di destinazione il Nord America (34,1%). Crescita importante (+22,8%) per l’America centro-meridionale

l 2021 ha preservato il canale Gdo che, stabile al 35,6% del mercato, è cresciuto a valore del 13,5% e ha decretato la ripresa del fuori casa (Horeca +28,1%), che passa dal 15,6% al 15,9%).

Piemontesi e toscani con i conti migliori

Dai conti aziendali analizzati da Mediobanca emergono le specificità regionali. Nel 2020 il miglior Roi (ritorno sull’investimento, ndr) tocca alle aziende piemontesi (8,2%). I produttori toscani eccellono nella marginalità: con un Ebit al 14,6%. In Toscana anche la maggiore stabilità finanziaria, con i debiti finanziari pari ad appena il 22,5% del capitale investito. Grandi esportatori i produttori piemontesi (72,2% del fatturato) e toscani (63,8%). Nel 2020 la maggiore proiezione internazionale ha salvaguardato le vendite dei produttori piemontesi (+10,8%) non i toscani che hanno però recuperato nel 2021 (+24,9% le vendite).

 Produzione e consumi nel mondo

Nel 2021 nel nostro Paese sono stati prodotti 50,2 milioni di ettolitri, in crescita del 2% sul 2020. Il podio è completato dalla Francia (37,6 milioni di ettolitri, -19% sul 2020 a causa di condizioni climatiche avverse) e dalla Spagna (35,3 milioni, -14% sul 2020). L’Italia è anche sul podio dei consumi alle spalle di Stati Uniti (33,1 milioni di ettolitri, +1%) e Francia (25,2 milioni, +9%) con 24,2 milioni di ettolitri, un dato stabile rispetto al 2020. In volumi il primo esportatore al mondo è la Spagna con 23 milioni di ettolitri nel 2021 (+14%), seguita dall’Italia (22,2 milioni, +7,3%) e dalla Francia (14,6 milioni, +8%). Gli stessi tre Paesi condividono anche il podio per valore delle esportazioni, in questo caso però è la Francia al primo posto con 11,1 miliardi di euro (+27%), seguita dall’Italia con 7,1 miliardi (+13%) e dalla Spagna con 2,9 miliardi (+10%). 

La differenza delle classifiche risiede nel fatto che la Francia esporta soprattutto vino di più elevata qualità e con un prezzo al litro più elevato: nel 2021 pari a 7,38 euro al litro (in crescita da 6,37 euro/litro del 2020). In crescita anche l’Italia anche se ancora lontana dalla Francia: si è passati da 3,02 a 3,20 euro/litro nel 2021 (+6%).

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