L’export di orologi svizzeri cresce in maggio del 13,6%

 Segnale importante di ripresa: il polo elvetico rappresenta oltre la metà del fatturato mondiale del comparto e vende all’estero oltre il 90% della sua produzione

Buon mese di maggio per l’export di orologi svizzeri. Le esportazioni di segnatempo elvetici nel mese sono state di 2,04 miliardi di franchi (2 miliardi di euro al cambio attuale), il 13,6% in più rispetto a un anno prima. Questa nuova avanzata mensile consente all’export dei cinque mesi gennaio-maggio 2022 di toccare i 9,77 miliardi di franchi (9,58 miliardi di euro), con un aumento del 12,8% in rapporto allo stesso periodo del 2021.

Per quel che riguarda i prodotti esportati, il traino in maggio è venuto ancora una volta dagli orologi di gamma alta, con prezzo all’export sopra i 3 mila franchi, che hanno registrato un incremento in valore del 20%; i segnatempo di gamma medio-alta, con prezzo tra i 500 e i 3 mila franchi, hanno registrato una sostanziale stabilità (-0,2%); gli orologi di gamma media, con prezzo tra i 200 e i 500 franchi, hanno invece registrato nel mese una netta contrazione (-22%), mentre i segnatempo della gamma di base, con prezzo sotto i 200 franchi, hanno avuto un incremento, seppure contenuto (+3,9%).

La geografia dei mercati

Per quel che concerne le aree geografiche di sbocco, ci sono stati buoni aumenti per gli Stati Uniti e per i principali mercati europei, inclusa l’Italia che si conferma al decimo posto, mentre Cina e Hong Kong hanno risentito ancora degli effetti delle code di pandemia e dei relativi lockdown. Altri mercati asiatici hanno registrato buone avanzate. Questo l’andamento dei dieci maggiori mercati nel mese di maggio: Stati Uniti +34%, Hong Kong -3%, Giappone +29%, Regno Unito +36%, Singapore +27%, Francia +89%, Germania +25%, Cina -65%, Emirati Arabi Uniti +25%, Italia +16% (nella foto, un’immagine dell’edizione di Shanghai della fiera Watches&Wonders).

Stati Uniti saldamente al primo posto

Raggruppando i dati dell’intero periodo gennaio-maggio questa è la fotografia dei primi dieci mercati di sbocco, in ordine di grandezza: Stati Uniti +34%, Cina -30%, Hong Kong -7%, Giappone +20%, Regno Unito +32%, Singapore +20%, Germania +25%, Francia +38%, Emirati Arabi Uniti +14%, Italia +18%. Gli Usa si confermano dunque come mercato numero uno per l’export di orologi svizzeri in questa fase, Cina e Hong Kong si attestano al secondo e terzo posto subendo arretramenti, Giappone e Singapore restano gli altri maggiori mercati orientali seguiti dagli Emirati Arabi; per quel che riguarda l’Europa, il Regno Unito si conferma maggior singolo mercato per i segnatempo elvetici, seguito ancora una volta nell’ordine da Germania, Francia e Italia.

Un segnale importante

I dati sull’export forniti ogni mese dalla Federazione dell’industria orologiera svizzera (Fh) sono un indicatore rilevante per l’intero settore, considerando che il polo elvetico degli orologi rappresenta oltre la metà del fatturato mondiale del comparto e che esporta oltre il 90% della sua produzione. Dopo la caduta del 2020 causata dalla pandemia, le esportazioni rossocrociate hanno registrato una forte ripresa nel 2021. In questa prima parte del 2002 la ripresa è proseguita, nonostante una crescita economica mondiale in rallentamento rispetto alle precedenti previsioni e nonostante le ulteriori tensioni legate alla guerra in Ucraina. Per l’industria elvetica mantenere questo passo sarebbe chiaramente un fatto positivo, nei prossimi mesi ci saranno verifiche importanti sulla possibilità o meno di mantenere questa buona velocità.

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