Simest, Sace e Ice mettono a disposizione molti strumenti per aiutare le imprese a esportare, in uno scenario geopolitico complesso come quello in cui viviamo oggi.

La resilienza che il tessuto economico sta mostrando nell’attuale congiuntura è strettamente legata all’export e alla spinta che continua a garantire al sistema Paese e alle aziende, Pmi in testa. Una spinta che ha beneficiato della forza propulsiva di tre pilastri fondamentali: Agenzia Ice, Sace e Simest, che hanno rafforzato gli strumenti a sostegno delle imprese, anche sulla scia delle ultime decisioni governative.

La tavola rotonda “Le prospettive per l’export”, ha aperto il 13 Luglio il pre-summit sul made in Italy organizzato da Il Sole 24 Ore e Ft in collaborazione con Sky Tg24, e ha visto tra i principali relatori Pasquale Salzano, presidente di Simest; Carlo Ferro, numero uno dell’Agenzia Ice; e Dario Liguti, chief underwriting officer di Sace.

Salzano si è soffermato sui due nuovi strumenti che sono destinati alle imprese impattate dal conflitto in Ucraina: «Si tratta di due finanziamenti agevolati a tasso zero e una quota a fondo perduto fino al 40 per cento. Il primo è partito ieri (martedì 12 Luglio per chi legge, ndr) e supporta gli esportatori italiani con un fatturato legato per più del 20% ai Paesi interessati dal conflitto (Russia, Ucraina e Bielorussia). Il secondo prodotto, che scatterà da settembre, sarà invece riservato alle aziende, i cui approvvigionamenti, diretti e indiretti, erano fortemente dipendenti da quei territori», ha precisato Salzano.

Sul fronte delle contromisure predisposte per fronteggiare i riverberi della guerra è tornato anche Dario Liguti, chief underwriting officer di Sace, che ha raccontato i programmi di più ampio respiro, come la Garanzia green introdotta dal Dl Semplificazioni (che ha sostenuto operazioni per 5 miliardi) ; la Garanzia Italia (42 miliardi mobilitati da aprile 2020 a oggi ) e gli ultimi interventi inseriti nel Dl Aiuti.

Le aziende hanno saputo resistere sfruttando gli strumenti a loro disposizione, e questo si riflette nei numeri dell’export italiano, messi in fila da Ferro, presidente dell’Agenzia Ice: “dei 6,5 punti percentuali recuperati dal Pil nel 2021, l’80% di questi deriva dalle esportazioni; che nei primi quattro mesi del 2022, hanno già segnato una crescita del 20,7%, mentre tra 2020 e 2021 lo scatto in avanti era stato di 7,5 punti percentuali sopra i livelli pre pandemia». Insomma una conferma in più che, anche nel pieno delle ultime crisi, compresa quella scatenata dal conflitto russo-ucraino, l’export non ha rallentato il passo.

 

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fonte: ilsole24ore