Continua il trend al rialzo del settore che chiude la prima metà dell’anno con un valore delle esportazioni pari a 5,5 miliardi di euro. Usa, Canada e Emirati arabi trascinano l’andamento positivo

La pelletteria made in Italy non arresta la corsa. Secondo i dati semestrali elaborati per Assopellettieri dal Centro studi di Confindustria moda, il comparto che include le operazioni di pura commercializzazione e della produzione realizzata in Italia per aziende con sede all’estero, ha registrato una progressione delle esportazioni del 18,5% e le aziende del settore con sede in italia hanno raggiunto un fatturato di 5,5 miliardi di euro a fronte di un incremento della produzione industriale del 12,4% e del fatturato complessivo del 15%. Questo dopo un primo trimestre archiviato con vendite all’estero a +19,5% (vedere MFF del 22 luglio), oltre i livelli pre-covid.

La performance più brillante si è registrata in Usa e Canada, che hanno più che raddoppiato il loro peso delle vendite internazionali con un incremento rispettivamente del 67,5% e del 89,5%. Al raddoppio anche gli Emirati arabi che registrano un +87% nel semestre e la Corea del sud che chiude a +44,3%. Bene le vendite anche nell’Unione europea che continua ad avere un andamento positivo apportando al settore entrate pari al 19,6%. La situazione sanitaria, invece, continua a minare le performance in Cina dove i nuovi lockdown hanno rallentato l’export in aprile e maggio con una decrescita del 26,3%. Mentre il conflitto tra Russia e Ucraina ha portato rispettivamente a una calo delle esportazioni verso questi Paesi del 53,5% e del 77,2%.

«Dietro i dati medi indiscutibilmente favorevoli, soprattutto sul versante dell’export, che ha superato in valore del 5,1% i livelli del 2019, si cela una situazione molto disomogenea tra le imprese del comparto, che vede la presenza, accanto ai grandi brand internazionali del lusso, di un gran numero di realtà di dimensioni marcatamente più ridotte fortemente a rischio», spiegano da Assopellettieri.

In generale, infatti, il settore prosegue nel recupero post-pandemia, ma ancora una volta a due velocità. Se le griffe internazionali del lusso continuano a crescere, molte sono le aziende tuttora in difficoltà tra le piccole e medie imprese che temono l’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti nei bilanci delle imprese.

Nella specificità merceologica, si evidenziano incrementi a due cifre nelle vendite estero sia per i beni in pelle, con un +20,9%, che per le tipologie realizzate in altri materiali, cresciute del 12,8%. Le borse sono di gran lunga il prodotto più venduto, ricoprendo oltre 2/3 in valore dei flussi in uscita nel periodo analizzato e fanno segnare un aumento del +21,2%. Seguono poi gli articoli di piccola pelletteria, con una quota del 16% e le cinture con una crescita del 13,3%. Confermati anche i dati che vedono la regione Toscana leader italiana nella pelletteria e nella concia, contribuendo a oltre il 40% dell’export nazionale (vedere MFF del 7 ottobre). (riproduzione riservata)