Numeri ancora positivi rispetto al 2021 per quanto riguarda i valori esportati (+11% nei primi nove mesi del 2022), ma la crescita è in rallentamento e preoccupa l’inflazione in Europa

Il terzo trimestre conferma la tendenza al rallentamento delle esportazioni di prodotti di legno-arredo, già evidenziata nel trimestre precedente. Anche in questo caso, è d’obbligo una precisazione: siamo ancora di fronte a un significativo aumento di valori rispetto al 2021 (che è stato l’anno record per il settore), ma il rallentamento della crescita mette in allarme le imprese, preoccupate soprattutto per gli effetti che l’inflazione elevata in tutta Europa possa disincentivare i consumi di beni durevoli quali sono appunto quelli dei mobili.

Il rallentamento della crescita nei nove mesi

Vediamo innanzitutto i numeri, elaborati dal Centro Studi di Federlegno Arredo, su fonte Istat: nei primi nove mesi del 2022 la filiera ha venduto all’estero prodotti per un controvalore di circa 15,6 miliardi di euro, con una crescita complessiva del 16%, rispetto allo stesso periodo del 2021. Il confronto con i trimestri precedenti mette tuttavia in evidenza la frenata in atto: nel semestre gennaio-giugno, la crescita di export della filiera legno-arredo era stata del 18,4%, con il periodo gennaio-marzo in aumento del 21% rispetto al primo trimestre 2021e un secondo trimestre già meno dinamico, a +16%. Il terzo trimestre, come detto, conferma il rallentamento, registrando un incremento nel periodo luglio-settembre che si ferma all’11% rispetto allo stesso periodo 2021.

L’export delle regioni

La perdita di dinamicità dei mercati esteri non può che allarmare un settore prevalentemente votato all’export (soprattutto per quanto riguarda il comparto dell’arredamento), in cui Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia coprono quasi il 70% del valore esportato.

La Lombardia (3,7 miliardi di euro), con il +18,8% di export di filiera, si conferma tendenzialmente stabile rispetto al risultato di gennaio-giugno (+19%) e di luglio-settembre +18,4%. Confrontando i primi tre trimestri 2022 con i trimestri 2021, si passa dal +22,8% di gennaio-marzo al +15,8% di aprile-giugno, per poi risalire a luglio-settembre al 18,4%.

Il Veneto (3 miliardi di euro) presenta un segno di rallentamento più marcato, passando dal +15,5% di gennaio-giugno al +14,5% di gennaio-settembre e con un luglio-settembre che scende a +12,3%, arretrando di circa 2 punti dal primo trimestre (+14,6%) e di ben 4 punti dal secondo trimestre (+16.4%). (fonte “ilsole24ore”)


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