Produzione vicina a un miliardo di bottiglie nel 2022 con un incremento annuo del 4%. Decisivo il ruolo dell’export

La grande corsa degli spumanti made in Italy, un segmento in grande crescita (trainato dal fenomeno Prosecco) che non ha ancora esaurito la propria spinta sia in Italia che all’estero. È quanto è emerso dalle elaborazioni dell’Osservatorio Vinitaly Unione italiana Vini e presentato al Vinitaly di Verona. Dall’analisi emerge che, in base ai dati di imbottigliamento degli Organismi di certificazione, la produzione italiana di spumanti nel 2022 ha sfiorato quota un miliardo di bottiglie (978 milioni) con una crescita del 4% rispetto al 2021 (anno nel quale la crescita era stata addirittura del +25%).

Sul fronte del mercato nazionale le vendite hanno raggiunto quota 284 milioni di bottiglie con una crescita dell’1%. Il risultato è legato alla crescita degli acquisti in bar e ristoranti (+5%) che ha compensato il leggero arretramento nel canale della grande distribuzione (-3%). Dati che portano i consumi di spumante a una quota del 13,5% sui consumi totali di vino (questa quota era del 9% nel 2015).

Prosecco grande protagonista

Il Prosecco è il grande protagonista di questa tendenza positiva visto che da solo rappresenta il 44% delle vendite di bollicine in Italia. «In Italia – ha commentato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti – si va sempre più affermando un nuovo modo di consumare spumante: storicamente i consumi nel nostro Paese erano concentrati nel periodo natalizio, con il solo mese di dicembre che fino al 2015 copriva il 40% delle vendite totali. Negli ultimi anni, si è assistito a un allargamento graduale dei consumi anche agli altri periodi dell’anno: in quello estivo, dove è arrivato a sfiorare il 30%, ma anche nel periodo dal post-Natale alla primavera, in cui la quota dei consumi supera il 30%».

Il traino dell’export

Ancora meglio del mercato interno vanno le esportazioni di bollicine made in Italy. Nel 2022 l’Italia ha esportato 5,2 milioni di ettolitri di spumante in crescita del 6% rispetto al 2021. Anche qui la parte del leone la recita il Prosecco che copre 3,7 milioni di ettolitri (in crescita del 6%) sui 5,2 totali. Al secondo posto l’Asti spumante con 461mila ettolitri. Una performance ancora migliore rispetto ai volumi spediti è stata registrata sul fronte del fatturato all’estero cresciuto del 19% nel 2022 per un controvalore di 2,2 miliardi di euro. Anche in questo caso protagonista assoluto è il Prosecco (1,6 miliardi di valore all’export, +22%). Bene anche l’Asti spumante (168 milioni di giro d’affari, +16%).

«Rispetto al 2010 – ha commentato l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese – il valore delle esportazioni di spumanti made in Italy è cresciuto di quasi il 400%. Nel 2022 le bollicine italiane hanno raggiunto 168 mercati. Oggi, concludono all’Osservatorio Uiv Vinitaly, «lo spumante pesa per il 24% a volume sul totale export italiano di vino. Questa quota era del 14% nel 2015 e di appena il 7% nel 2010. Oggi le bollicine sono il primo prodotto esportato (del settore vitivinicolo) in piazze chiave come UK (44% del totale vino), Francia (49%), Russia (44%), Belgio (39%), Austria (33%). Negli Usa, primo mercato a valore, gli spumanti con una quota di mercato del 33% sono dietro solo ai bianchi (36%) ma davanti ai rossi (24%)». (ANSA)