Il presidente De Matteis: «La vitalità del menswear nonostante il periodo d’incertezza globale è riflessa dai 50 espositori in più alla Fortezza da Basso». L’incremento maggiore nell’export 2022 è verso gli Usa (+68,6%), mentre a Pitti sono attesi buyer anche da Russia e Cina.

«Un tourbillon di eventi che conferma il momento positivo della moda uomo». Così Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, introduce la 104esima edizione di Pitti Uomo – «più ricca delle aspettative», dice – fiera dedicata al menswear in programma a Firenze dal 13 al 16 giugno con 825 brand, per il 41% esteri, e una serie di eventi importanti tra cui la sfilata Fendi alla nuova Fendi Factory e l’evento del guest designer Eli Russell Linnetz.

De Matteis (Pitti Immagine): «Elementi per essere ottimisti per il 2023»

Pitti Uomo- che insieme alla Milano Men’s fashion week è il punto di riferimento del settore a livello mondiale – è la cartina di tornasole di un segmento, il menswear, che ha attraversato a testa alta (e continua a farlo) una congiuntura sfidante: «In una situazione internazionale che non ci dà serenità, possiamo dire che il comparto moda abbia reagito meglio di altri in Italia – spiega Antonio De Matteis, presidente di Pitti Immagine fresco di nomina -; la moda uomo performa meglio della donna: ci sono elementi per essere ottimisti. Il 2023 sarà un anno positivo e l’ottimismo emerge anche dalle richieste di partecipazione al Pitti: non abbiamo potuto esaudirle tutte, ma ci saranno 50 espositori in più».

«La moda motivo di vanto internazionale»

A trainare i conti del menswear sono le esportazioni che secondo i dati elaborati dal centro studi di Confindustria Moda per Smi lo scorso anno hanno messo a segno un +24,7% sul 2021, arrivando a quota 8,9 miliardi di euro. Nel 2022 il primo cliente della moda uomo made in Italy è stata la Svizzera, paese dove hanno sede gli hub dei gruppi del lusso, seguita da Francia e Germania. Gli Usa, in forte crescita (+68,6% sul 2021) sono arrivati ad assorbire una quota pari quasi al 10% dell’export in valore. In aumento anche le vendite in Corea del Sud (+40,7%) , Giappone (+8,7%) e Cina (+8,6%). Mentre in controtendenza ci sono Russia e Hong Kong.

«Quello della moda è un settore che da sempre è motivo di vanto per il nostro Paese e che ci ha portato a diventare punto di riferimento in tutto il mondo – commenta Matteo Zoppas, presidente di Ice, riferendosi alla moda nel suo complesso -, come dimostrano anche i dati sull’export del 2022 che si attesta a oltre 80 miliardi di euro (+17,7 %sul 2021). Un trend positivo che sembra essere confermato anche per il 2023: nei primi due mesi di quest’anno il valore delle esportazioni di prodotti del tessile/abbigliamento è cresciuto del 12,7 % rispetto al 2022, sfiorando gli 11 miliardi di euro».

L’incognita, secondo Zoppas, è rappresentata dai prezzi: «Al momento sono saliti in media dell’11% , complice un’inflazione di tipo industriale, legata all’aumento dei costi energetici e delle materie prima. Bisogna vedere come verranno metabolizzati». Ice porterà a Pitti Uomo 350 buyer e 250 giornalisti stranieri: la manifestazione da sempre è un punto di riferimento internazionale e attende numerose presenze straniere, inclusi «buyer da Cina e Russia» dice Agostino Poletto, dg di Pitti Immagine.

A Pitti Bimbo l’obiettivo è la ripartenza

Dal 21 al 23 giugno, invece, la Fortezza da Basso sarà teatro di Pitti Bimbo, manifestazione dedicata alla moda junior giunta alla 97esima edizione con 220 marchi di cui il 75% proveniente dall’estero. Contrariamente al menswear, e in controtendenza con il settore moda in generale, l’export di moda bebè (l’unico segmento di cui si possano circoscrivere i flussi doganali, ndr) ha archiviato il 2022 con un decremento del -6,2% portandosi a 159,6 milioni di euro, complice l’andamento negativo dei principali partner europei (Francia, Germania e Spagna). Hanno segnato invece un aumento sia le esportazioni in Usa sia in Corea del Sud: due mercati che si confermano promettenti per il made in Italy. Allargando lo sguardo alla moda junior (0-14 anni), invece, il 2022 ha fatto segnare un aumento sia del valore (+4,6%) sia del volume (+2,8%) sul 2021 (Fonte: Sita ricerche per Smi).

(Ilsole24ore)